1. |
A.B.
00:20
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2. |
Incisione
03:05
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Artigli affilati e sei un incanto mentre volteggi sulla mia testa ostile, sfrutti il vento e prendi quota e poi giu’ in picchiata, pronta a infierire su quel poco che resta di me. Non c’è più sangue eppure continui a strappare brandelli della mia carne e sei un incanto anche mentre ti cibi di me ma non è fame la tua, no, vuoi esser certa che sia morto. Un incisione, nella mia carne. Colpisci più forte, scolpisci di più, non piangerò perché in fondo da domani sarà tutto diverso, perché in fondo da domani sarà tutto diverso. Io sarò per te una ferita, io sarò per te una ferita, io sarò per te un sacrificio da dimenticare
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3. |
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Tante parole incastrate in profondità in mezzo al mio petto, parole che non so più dire, c’è tanto tempo sprecato, tanto tempo passato altrove, ci sono volti, ci sono labbra, ci sono mani che non hanno niente a che fare con noi. Loro - Come statue grigie che prendono forma nell’oscurità, sorridenti ma immobili e noi lontani come i lembi di una ferita che non rimargina. C’è un piccolo tarlo che di notte morde e scava e non mi lascia dormire ma se accendo la luce lui non è mai qui e tu nemmeno. Ci sono scale logore e piedi stanchi in scarpe ancor più logore, che salgono e ridiscendono, c’è un cuore che batte solo a metà, un cuore che di notte a volte si ferma e mi toglie il respiro. C’è un bosco umido con le sue foglie scivolose, che ora con l’arrivo dell’autunno non attende un istante, a portare la malinconia nella mia testa e sulla mia bocca, non ci siamo noi. Noi lontani come i lembi di una ferita che non rimargina
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4. |
Come il lupo
02:00
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Guardando da qui è troppo immenso per star dentro questi occhi. Non ho radici, no, ma so difenderti e portare dentro me un germoglio. Guardando da qui è più lontano il cielo o l’orizzionte? Io non lo so. Annuso l’aria, abbasso il muso in mezzo all’erba e attendo. Ho imparato a camminare e correre, per non sentire i morsi della fame. Poi qualcuno mi ha insegnato che ogni passo è un passo più avanti. Guardando da qui è troppo immenso per star dentro questi occhi, non ho radici no. Ho imparato a camminare e correre, per non sentire i morsi della fame. Poi qualcuno mi ha insegnato che ogni passo è un passo più avanti, fuori da me, quasi parte di quel meraviglioso immenso
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5. |
Porte socchiuse
01:49
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Ancora pochi minuti, per liberare la mente e lanciarsi nel buio ma rimango a fissare te, tu che fissi un soffitto. Nessuna parola, nessuna parola. Porte socchiuse, troppo vento attraversa queste stanze di rabbia e ti scuote e scuote me. In fondo non importa, so che rimarremo composti negli spazi che ci siamo assegnati, ascoltando lo scricchilio sordo dei nostri denti, le contrazioni dei nostri muscoli, ora dirigo lo sguardo altrove e guardo gli alberi, per sempre alberi, nel bianco freddo della neve. E guardo gli alberi, restare immobili, nel bianco freddo della neve. E guardo gli alberi, per sempre alberi, nel bianco freddo della neve. Fermo qui, cerco nel cielo un riflesso che ti somigli. Porte socchiuse, tra i tuoi occhi e le parole non dette
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6. |
Aspettando Davide
00:59
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7. |
Sono quercia
02:05
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Risplendi ora oppure scivoli dietro le nuvole per non scaldarmi più? Ora che i miei rami tendono a te. È primavera, non fingere con me, ho radici profonde, non mi muovo da qui. Troppo lungo l’inverno, troppo freddo. Dove sei? Che anno è? E se dovesse piovere riparati sotto di me, lo so è impossibile ma provaci, ascoltami. Buongiorno sole mio sono Quercia
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